Le dichiarazioni dell’assessore Marco Bosi alla seduta del Consiglio comunale del 21/10/2024
“sarebbe dovuto essere il PROGETTO DEFINITIVO”
“dall’analisi di questa documentazione uscirà di fatto un (nuovo?) PROGETTO DEFINITIVO che potrebbe essere modificato in tutto o in parte”
“capiremo se ci sarà un PEF sostanzialmente invariato o se ci sarà un PEF modificato che dovrà fare un passaggio, lato Parma Calcio, con un ulteriore asseverazione”
Marco Bosi, Consiglio comunale di Parma, 21/10/2024
Rispondendo a una mozione dei Consiglieri comunali Sandro Maria Campanini, Anna Rita Maurizio, Antonio Nouvenne e Cristian Salzano stagionata come un prosciutto (risale infatti al 3/4/2023, sono trascorsi oltre 18 mesi), nella seduta del Consiglio comunale di ieri 21/10/2024 l’assessore Marco Bosi, dopo oltre un anno dall’avvio della Conferenza dei servizi trascorso tra dichiarazioni e smentite di ogni genere e lunghe fasi di inspiegabile silenzio, ha fatto un po’ di chiarezza sul motivo che tiene bloccato il “Progetto Tardini”, in realtà spiegato benissimo da tempo dall’Osservatorio Stadio Parma: Stadio Tardini: perché è tutto fermo, Stadio Tardini: purché non se ne parli.
Emerge così, anche dalle frettolose e a tratti impacciate dichiarazioni dell’assessore allo sport Marco Bosi, che il vero “guasto bloccante” dell’intero iter progettuale del Tardini è la questione economica. Il piano economico finanziario (PEF), come da noi sottolineato più volte, non sta in piedi sotto ogni punto di vista.
Qui il video della seduta del Consiglio. L’intervento di Marco Bosi è da 59:00 a 1:04:50
Perché la valutazione del piano economico finanziario è così importante
Nonostante stampa e politica locale in questi anni abbiano fatto di tutto per presentare il progetto di rifacimento del Tardini come un’iniziativa totalmente privata, dove i rischi economici sono tutti a carico del privato, COSÌ NON È. Si tratta di partenariato pubblico privato in finanza di progetto dove, per la natura stessa del rapporto, una parte dei rischi ricadrà inevitabilmente sull’ente pubblico. Una valutazione errata del ritorno economico dichiarato nel PEF rischia di esporre le casse del Comune a enormi e imprevedibili esborsi a favore del privato concessionario.
Si vedano i nostri articoli Stadio Tardini: tra il privato e il Comune, alla fine chi pagherà il conto? e Stadio Tardini: nuova tegola sul progetto.
Come abbiamo già visto, Stadio Tardini: il Comune è “fuori campo”, il PEF del PROGETTO PRELIMINARE è stato bocciato dalla società esterna ingaggiata dal Comune per valutarlo e NON APPROVATO dalla Conferenza dei servizi.
Tra i molteplici rilievi negativi, la società di consulenza Iniziativa Cube S.r.l., esperta in valutazione economica e finanziaria degli appalti pubblici, ha ritenuto i ricavi di gestione dello stadio fortemente sopravvalutati rispetto ai comparativi (benchmark) di mercato e i costi di gestione e manutenzione notevolmente sottovalutati. Un PEF basato su ipotesi del tutto irrealistiche come può essere definito sostenibile?
Se è stato bocciato il PEF del PROGETTO PRELIMINARE da € 93,6 milioni di investimento per uno stadio da 24.738 posti a sedere con ricavi di € 612,8 milioni in 90 anni, come può essere ora definito sostenibile il PEF del PROGETTO DEFINITIVO da 168,8 milioni (+80,3%) per un impianto con 20.986 posti a sedere (-15,2%) con ricavi di € 1,34 miliardi (+120%)?
L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e la Corte dei Conti hanno più volte evidenziato come, una volta che l’ente pubblico (concedente) avrà approvato il PEF e sottoscritta la convenzione, ci si muoverà in un contesto in cui il privato (concessionario) cercherà di “scaricare” il più possibile sulla pubblica amministrazione gli imprevisti e i risultati economici eventualmente al di sotto delle previsioni, invocando di volta in volta il riequilibrio.
La valutazione del PEF spetta al Comune, non a una “asseverazione” commissionata e pagata dal Parma Calcio
Non basta, come vorrebbe farci credere l’assessore Marco Bosi, una “asseverazione” del PEF commissionata dallo stesso Parma Calcio 1913, dove in pratica il “controllato” potrebbe chiedere più “asseverazioni” a soggetti diversi per poi scegliere quella che più gli aggrada.
Le norme del Codice dei contratti pubblici, la magistratura Amministrativa (TAR, Consiglio di Stato), la Corte dei Conti e l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sono inequivocabili: “il piano economico finanziario assume una veste sostanziale ed imprescindibile, senza distinzioni in ordine alla complessità della concessione”. E “spetta all’ente pubblico concedente il compito di accertare l’adeguatezza e la sostenibilità del PEF, intesa come concreta capacità di eseguire correttamente la prestazione per l’intero arco temporale prescelto attraverso la responsabile prospettazione di un equilibrio economico-finanziario di investimenti e connessa gestione, nonché il rendimento per l’intero periodo”.
Per questo il Comune di Parma non può sottrarsi dall’obbligo di svolgere, in piena autonomia, una precisa, accurata e completa valutazione del PEF del progetto definitivo, avvalendosi di risorse dotate delle necessarie competenze specialistiche e di assoluta imparzialità, assumendosi interamente la responsabilità.
Nuovo Tardini: € 168,8 milioni di investimento, € 1,34 miliardi di volume di affari per 90 anni. Se le cose andranno male chi pagherà il conto?
Stiamo parlando di un appalto pubblico che comporta un investimento iniziale di € 168,8 milioni e un volume di affari complessivo dichiarato di € 1,34 miliardi per i 90 anni di gestione in concessione richiesti dal privato. Con un PEF che non regge alla più elementare prova dei fatti, se le cose andranno male chi pagherà il conto?
Intanto a Des Moines altra doccia fredda per Krause
Nella stessa giornata un’altra doccia fredda per il tycoon d’oltreoceano arriva dal Des Moines Register. Il principale quotidiano dell’Iowa afferma che Krause Group, col suo nuovo faraonico quartier generale situato nell’area metropolitana di Des Moines, non rispetterebbe i criteri stabiliti per ricevere gli aiuti pubblici che aveva ottenuto dalla Contea di Polk per edificarlo.
Nell’articolo si evidenzia inoltre come, per finanziare in parte la costruzione del nuovo stadio di calcio di Des Moines, le autorità pubbliche chiedono tassativamente a Krause di dimostrare la capacità finanziaria necessaria per realizzare l’intero progetto. Sarebbe troppo sperare che anche le “autorità” di Parma dimostrassero la stessa lungimiranza e attenzione nel tutelare l’interesse dei propri cittadini?
Pretendere garanzie finanziarie e sul reale patrimonio di Krause, come hanno fatto gli amministratori pubblici in Iowa, è doveroso. Non basta confidare solo sulle affermazioni non verificabili della stampa locale o sulla “buona parola” degli industriali locali.