Secondo l’assessore Bosi il Comune chiederà fideiussioni a tutela del 100% dei costi del progetto

Durante la seduta del Consiglio comunale del 24/2/2025, rispondendo all’interrogazione dei consiglieri Vignali e Osio, per la prima volta l’assessore Marco Bosi parla della necessità di ottenere garanzie finanziarie da Krause per realizzare il nuovo stadio.

Ecco le sue esatte parole: “il Comune si farebbe garantire con fideiussioni che tutelino al 100% i costi di tale progetto e cantiere”.

Se l’assessore Bosi intende dare seguito a quanto ha dichiarato, Krause o chi nel frattempo gli subentrerà, prima di iniziare il cantiere, dovrà sottoscrivere una fideiussione di € 156 milioni a favore del Comune.

Il vero problema, di cui nessuno parla, è il piano economico finanziario del progetto che non è sostenibile e i veri rischi cominciano quando lo stadio sarà ultimato e il concessionario lo avrà in gestione per 87 anni

Tuttavia i veri rischi economici cominciano soltanto dopo, quando lo stadio sarà ultimato e per un periodo di 87 anni il concessionario lo avrà in gestione. Il vero problema, di cui nessuno parla, è il piano economico finanziario (PEF) che non regge, perché è irrealistico.

Infatti il PEF prevede € 16,2 milioni all’anno di entrate da stadio (ipotesi a dir poco fantascientifica) e sottovaluta i costi di gestione e manutenzione per tutti gli 87 anni di vita dell’impianto prevedendo spese di molto inferiori a qualsiasi stima di capital budgeting.

Come pensa il Comune di tutelare i cittadini da questo pericolo ben maggiore rispetto a quello di non vedere finito il cantiere? Rischio enormemente aumentato da un PEF giudicato irrealistico e insostenibile dalla società di consulenza ingaggiata proprio dal Comune, la cui bocciatura è confermata negli atti dell’amministrazione comunale.

La posta in gioco del nuovo Tardini è altissima: sono € 1,5 miliardi in 90 anni che rischiano di finire a carico dei cittadini di Parma

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e la Corte dei Conti hanno più volte evidenziato come, una volta che l’ente pubblico (concedente) avrà approvato il PEF e sottoscritta la convenzione, ci si muoverà in un contesto in cui il privato (concessionario) cercherà di “scaricare” il più possibile sulla pubblica amministrazione (cioè sui cittadini) gli imprevisti e i risultati economici eventualmente al di sotto delle previsioni, invocando di volta in volta la clausola del riequilibrio.

Ovviamente, più il PEF è irrealistico, come è evidente e provato negli atti dell’amministrazione comunale, maggiori saranno i rischi che il Comune si trovi costretto per contratto a dover ripianare per tutti gli 87 anni di gestione i disavanzi del privato concessionario.

La posta in gioco tra cantiere e gestione stadio per 87 anni è di € 1,5 miliardi.

Si vedano Michele Guerra: “lo stadio deve restare pubblico” e così i cittadini rischiano di (ri)metterci fino a 1,5 miliardi in 90 anni!, Stadio Tardini: perché è tutto fermo, Stadio Tardini: alla fine pagherà Pantalone?, Stadio Tardini: tra il privato e il Comune, alla fine chi pagherà il conto?.

Intanto in America, dopo oltre 20 anni di promesse, Krause non è ancora riuscito a realizzare lo stadio di calcio

Già nel 2004 Krause progettava di costruire a Des Moines uno stadio di calcio da 6.000 posti. L’impianto doveva essere dotato di 31 suite aziendali, il tutto completato entro il 2005.

Dopo oltre 20 anni Krause non è ancora riuscito a raccogliere, tra enti pubblici e investitori privati, i fondi necessari per realizzare lo stadio promesso e il progetto è tutt’ora in alto mare. Nel frattempo però i costi sono lievitati, tanto che dai $ 22 milioni preventivati nel 2004 si arriva agli attuali $ 95 milioni.

Si veda Lo stadio di Krause in America è fermo perché mancano i soldi.

Malgrado Krause sia riuscito a ottenere il 50% dei fondi necessari dagli enti pubblici (città di Des Moines, contea di Polk e Autorità per lo Sviluppo Economico dell’Iowa) al momento è tutto fermo perché mancano poco più di $ 18 milioni.

È il paradosso di “Achille che non raggiunge mai la tartaruga”: ogni volta che arrivano ulteriori fondi, il costo dello stadio aumenta e i soldi già stanziati non bastano mai.

Ma gli enti pubblici americani vigilano con grande attenzione, pretendendo le dovute garanzie finanziarie. A fronte del perdurante stallo, lo stato dell’Iowa ha imposto il termine ultimo del 1/8/2025 perché il promotore del progetto dimostri la totale copertura dell’altro 50%, pena la cancellazione di quasi $ 23 milioni di incentivi stanziati.

A Parma invece tutti continuano a credere nella munificenza illimitata del tycoon americano e che i ritardi del progetto stadio siano dovuti a intoppi burocratici

Qui a Parma, invece, constatiamo una situazione opposta: media locali, opinionisti, blogger, politici, tifosi e comitati no-stadio (sic!) continuano a credere nella munificenza illimitata del patron americano del Parma Calcio e che i ritardi — sono trascorsi più di 17 mesi dall’avvio della Conferenza dei servizi decisoria quando doveva durare 60 giorni — siano dovuti a non meglio precisati intoppi burocratici.