Stadio Tardini: Parma Calcio e nuovo stadio, i conti non tornano

La Conferenza di Servizi per la valutazione della proposta di progetto di rifacimento dello stadio Tardini, che il Parma Calcio ha presentato in Comune il 21/5/2021, ha concluso le sue attività il 6/10/2021. Il verbale della seduta conclusiva ha espresso parere favorevole malgrado i numerosi rilievi dei vari enti e Settori del Comune, chiamati a valutarlo, indicassero un giudizio negativo.

Nonostante ciò, il 14/10/2021 la Giunta ha deliberato la presa d’atto dell’esito della Conferenza di Servizi, proponendo al Consiglio comunale di: dichiarare il “pubblico interesse” della proposta di progetto; inserirla nel Programma Triennale dei Lavori Pubblici; attribuire il ruolo di promotore al soggetto che ha presentato la proposta.

Già da questi pochi fatti emerge che qualcosa non torna. Come è possibile esprimere un parere favorevole quando mancano diversi presupposti essenziali, il Piano Economico Finanziario del progetto non risulta sostenibile, la quantificazione del diritto di superficie è totalmente incongrua, il proponente non è in possesso dei requisiti previsti dal Codice dei contratti pubblici?

Ma non è solo questo il punto. È opportuno considerare anche altri aspetti. E allora bisogna, prima di tutto, rivolgere l’attenzione sugli aspetti economici e finanziari, che sono spesso determinanti per l’esito di operazioni di questo genere.

La società Parma Calcio 1913, nel periodo che intercorre tra la sua costituzione e iscrizione al campionato 2015-2016, fino alla fine del 2020, ha registrato 62,6 milioni di perdite, assommando 175,1 milioni di debiti e 15,5 milioni di patrimonio netto NEGATIVO.

In base a informazioni della stampa specializzata (Gazzetta dello Sport, Calcio Finanza), nel solo esercizio 1/7/2019-30/06/2020, corrispondente al campionato 2019-2020 giocato in massima serie (periodo quindi antecedente alla cessione del club alla nuova proprietà americana), il Parma Calcio 1913 ha registrato 45,2 milioni di ricavi, 76 milioni di costi, assommando 30,8 milioni di perdite. I dati relativi a questo anno contabile sono incompleti perché a tutt’oggi non è disponibile il relativo bilancio. Come mai non è stato regolarmente depositato in Camera di Commercio?

Degna di attenzione è l’operazione con cui viene iscritta a bilancio 31/12/2020 la quota del 90% di Parma Calcio 1913 Srl detenuta dalla società Gruppo Gentile Srl del sig. Krause (società registrata il 24/6/2015, con capitale di 10 mila euro), detenuta a sua volta da altra microimpresa, Gentile Farms LLC di diritto statunitense (società registrata il 9/6/2015, CRN US IA 501621, “LLC” in USA equivale alla nostra “Srl”). La quota di Parma Calcio 1913 Srl viene valutata 27,4 milioni nonostante la società abbia registrato, nell’ultimo esercizio chiuso (di soli 4 mesi), perdite per 22 milioni e un patrimonio netto NEGATIVO di 15,5 milioni. Il 90% di –15,5 milioni fa –13,9 milioni; la differenza tra 27,4 milioni iscritti a bilancio e –13,95 milioni di patrimonio netto effettivo sconta 41,3 milioni di sopravvalutazione dell’attivo patrimoniale.

Con un semplice esercizio aritmetico, se ai 175,4 milioni di debiti del club a fine 2020, si aggiunge il saldo negativo di 22 milioni per le successive operazioni di calciomercato e si considera la drastica riduzione delle entrate per la retrocessione in Serie B, la previsione è che i debiti a fine 2021 si attesteranno intorno a (se non oltre) 200 milioni. Se a 200 milioni di debiti si aggiungono 94,7 milioni di impegno finanziario per la realizzazione del nuovo stadio, ecco che l’esposizione finanziaria raggiunge 300 milioni.

Cioè, un club di calcio che negli ultimi 5 anni e mezzo ha registrato perdite per 62,6 milioni, ha un patrimonio netto negativo di 15,5 milioni, ha cambiato proprietà ben 4 volte in 5 anni, ha 200 milioni di debiti e la prospettiva di esporsi con altri 94,7 milioni per il nuovo stadio… sta per impossessarsi di un’area pubblica tra le più preziose, importanti e centrali della città per 90 anni a titolo gratuito.

In merito alla gratuità della concessione del diritto di superficie, giusto per fare alcuni esempi: a Verona, la concessione dello stadio Bentegodi, che si trova in estrema periferia sud-est, a 2 km dal centro città, al limite dell’area urbana, è valutata dal Comune 35 milioni per 40 anni; a Milano, la concessione del nuovo stadio di San Siro, che si trova nella periferia ovest della metropoli, a 5,4 km dal centro città, è valutata dal Comune 477,9 milioni per 90 anni.

Invece di occuparsi di questi aspetti, il vicesindaco Marco Bosi pare abbia preferito trascorrere l’ultimo anno a tessere le lodi del nuovo patron della squadra, dipingendolo come un disinteressato filantropo che non agisce per profitto, ma solo perché ama tanto Parma. Così la pensa il vicesindaco, tuttavia non si vede perché i parmigiani debbano sentirsi in obbligo di regalare per 90 anni a questo signore americano un bene pubblico tra i più pregevoli e centrali della città, che a bilancio del Comune è valutato 55,6 milioni.

Sarebbe più appropriato se il vicesindaco Marco Bosi, invece di profondersi in smodati elogi del “benefattore” americano, spiegasse ad esempio come mai la società Nuovo Inizio, dopo che il 18/9/2020 ha ceduto per 27,4 milioni il 90% delle quote del club all’americano dell’Iowa, tenendo per sé il 9%, il rimanente 1% è detenuto dall’azionariato diffuso, ha messo a bilancio 185 mila euro di spese per “costi relativi ad un contenzioso legato agli accordi inerenti la cessione delle quote di Parma Calcio 1913 S.r.l.”. Forse che i soci del Parma Calcio non vanno così d’accordo come vogliono far credere? La mancanza di concordia tra i soci non sarebbe di buon auspicio per garantire solidità e continuità alla compagine che intende entrare in possesso dell’area Tardini per quasi un secolo.

Il quadro che risulta non è certo rassicurante: situazione non prospera del Parma Calcio, soci che a quanto pare non vanno d’accordo, esito assai controverso della Conferenza di Servizi, bocciatura de facto del Piano Economico Finanziario della proposta di progetto, intervento di ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sulla mancanza di requisiti del proponente e, dulcis in fundo, alla luce di una nuova interrogazione depositata il 29/10/2021 dalla consigliera Roberta Roberti, l’ipotesi di conflitto d’interessi (altra materia per ANAC), peraltro invocato dalla stessa Amministrazione comunale, nell’ambito dell’iter procedimentale appena concluso.

Non ci vuole un esperto per capire che mancano le condizioni per procedere. Invece la Giunta pretende di deliberare al più presto il “pubblico interesse” della proposta di rifacimento dello stadio. Invano diversi Consiglieri hanno invitato a una pausa di riflessione. La Giunta invece, con illogica perseveranza, insiste nel voler far passare a tutti i costi, il prima possibile, la proposta del Parma Calcio. Prova della fretta di questa Amministrazione è anche la convocazione del tutto inconsueta di ben 3 sedute delle Commissioni I-II-IV, sul tema nuovo stadio, in soli 15 giorni.

Inaudito che nella seduta delle Commissioni I-II-IV del 28/10/2021, dove è emerso il tema della richiesta di chiarimenti di ANAC al Comune sulla mancanza di requisiti del proponente, sia stato invitato il consulente legale del Parma Calcio, avv. Massimo Rutigliano, a cui è stato concesso amplissimo spazio per esporre le posizioni del suo cliente, ma nemmeno un legale dell’Amministrazione comunale. Si sarebbe almeno salvata una parvenza di imparzialità. Ma forse un legale del Comune disposto a confermare la posizione del Parma Calcio non è stato trovato.

Come se non bastasse, si aggiunge l’inusuale pretesa della Giunta “di proporre al Consiglio Comunale di dichiarare di interesse pubblico la proposta presentata da Parma Calcio”. La dichiarazione di pubblico interesse di una proposta di progetto, secondo le norme, deve essere compiuta dalla Giunta, rientrando tra le competenze attribuite a tale organo, e non dal Consiglio. Come mai invece la Giunta chiede che sia il Consiglio a esprimersi? La riposta probabilmente va cercata nelle possibili conseguenze che una tale decisione comporta, soprattutto se presa così frettolosamente e in assenza di requisiti essenziali.

Tutto ciò non può che essere motivo di grande perplessità e preoccupazione, ed è del tutto evidente che è compito di chi governa la città salvaguardare il bene pubblico e farsi garante della regolarità degli iter procedimentali. Per cui, come intende procedere questa Amministrazione per accertare la capacità del soggetto privato proponente il progetto, di assumere tutti gli oneri derivanti dalla realizzazione e gestione del nuovo impianto, che avrà un impatto fondamentale sui quartieri limitrofi e sulla città per l’intera durata della concessione? Quali garanzie intende chiedere per mitigare i rischi e cautelarsi in caso di fallimento o abbandono od omessa manutenzione del nuovo impianto da parte del concessionario? Quali impegni e vincoli contrattuali intende predisporre per il concessionario, a tutela del patrimonio comunale e a salvaguardia dell’interesse pubblico e della qualità della vita dei cittadini, per l’intera durata della concessione?

O sono abbastanza come garanzia le parole pronunciate dal sig. Krause, in un dehor di piazza Garibaldi, durante l’intervista con la signora Diletta Leotta, di “guardare le cose a lungo termine, pensando ai figli e ai nipoti”?

Meditate cittadini… meditate.