La relazione che ha bocciato il PEF del progetto del nuovo stadio omessa dal verbale della Conferenza di Servizi

La relazione dell’advisor sul Piano Economico Finanziario (PEF) della proposta di rifacimento dello stadio Tardini depositata in Comune dal Parma Calcio il 21/5/2021, è un documento essenziale per la comprensione delle criticità insite nel progetto.

Per la valutazione del PEF il Comune si è avvalso di una società esterna (Iniziativa Cube S.r.l.), specializzata in questo genere di interventi, che a giugno 2021 ha consegnato la sua relazione.

Purtroppo, malgrado le reiterate richieste di accesso inviate al Comune, la prima risalente al 8/11/2021, il documento è stato consegnato alla consigliera Roberta Roberti solo dopo l’adozione della delibera del 24/1/2022 con cui il Consiglio comunale ha espresso voto favorevole al pubblico interesse della proposta di rifacimento dello stadio Tardini.

Il documento redatto da Iniziativa Cube S.r.l. — non menzionato e non integrato nel verbale della Conferenza di Servizi — evidenzia con ricchezza di argomenti e dati la NON sostenibilità economico finanziaria della proposta di rifacimento dello stadio Tardini.

Tenuto conto che l’equilibrio economico finanziario di una proposta di progetto è la condizione primaria e ineludibile di qualunque rapporto di partenariato tra pubblico e privato, sorprende e preoccupa che la Conferenza di Servizi abbia potuto esprimersi invece favorevolmente eludendo rilievi così pesanti e critici da parte dell’advisor.

La conoscenza di quell’atto era quindi indispensabile ai Consiglieri comunali per esprimere il proprio voto sul pubblico interesse. Omissione quindi gravissima, non solo perché il Consigliere ha il diritto di esercitare al meglio la propria funzione con conoscenza degli atti, ma anche perché, conoscendoli, può anche influire, nell’intervento orale, sul parere e sul voto del Consiglio. Insomma, si è agito con la consapevolezza della insuperabilità dei rilievi dell’advisor sul PEF e non si è voluto dare spazio per interventi su quel documento.

La relazione dell’advisor sul PEF del progetto sottolinea che la maggior parte dei ricavi di gestione dello stadio è ampiamente sovrastimata e che i relativi costi di gestione e manutenzione ordinaria e per la manutenzione straordinaria dell’impianto per ben 88 anni, sono fortemente sottostimati.

I ricavi sopravvalutati e i costi sottostimati, se riportati ai valori più realistici dei benchmark di mercato, conducono a una significativa riduzione della marginalità della gestione operativa e dei flussi di cassa, rendendo il progetto, con tutta evidenza, NON sostenibile dal punto di vista economico finanziario.

Risulta inoltre dubbia la stessa sostenibilità del progetto rispetto alla situazione economica e patrimoniale, attuale e prospettica, del Parma Calcio 1913, tenuto conto del valore del canone di utilizzo dell’impianto (€ 2,5 milioni/anno) e che i ricavi complessivi di gestione del nuovo stadio, così come ben rappresentato nel PEF del proponente, risultano dipendere per una quota del 77% dai risultati sportivi del club.

I conti in rosso del Parma Calcio 1913

Nei soli primi quattro campionati giocati, che corrispondono agli esercizi dal 1/7/2015-30/6/2016 fino al 1/7/2018-30/6/2019, il Parma Calcio 1913 ha registrato perdite per complessivi € 40,6 milioni, chiudendo il quadriennio con € 42,3 milioni di debiti e un patrimonio netto NEGATIVO di € -8 milioni.

Particolare attenzione va riservata all’esercizio che corrisponde al campionato 2019-2020, il secondo giocato in serie A. Di quel periodo contabile che va dal 1/7/2019 al 30/6/2020 manca infatti il bilancio. Fonti di stampa (Gazzetta dello Sport) attribuiscono al Parma Calcio 1913, nel corso di quell’esercizio, ricavi per € 45,2 milioni, costi per € 76 milioni, con conseguenti perdite per € 30,8 milioni.

Nel bilancio che riguarda il quadrimestre 1/9/2020-31/12/2020 il Parma Calcio 1913 ha registrato perdite per € 22,6 milioni, chiudendo l’esercizio con € 175,0 milioni debiti e un patrimonio netto NEGATIVO di € -15,5 milioni, che porta l’indebitamento effettivo a € 190,5 milioni.

Nel bilancio che riguarda l’esercizio 1/1/2021-31/12/2021 il Parma Calcio 1913 ha registrato perdite per € 87,7 milioni.

In 6 anni e mezzo (dal 2015 a fine 2021) il club ha totalizzato perdite per complessivi € 181,1 milioni.

Alla luce delle ultime notizie trapelate sui risultati economici del club — che imporrebbero a qualunque amministrazione pubblica di compiere una profonda riflessione sulla eventualità di affidare un bene pubblico per 90 anni a un soggetto privato con una situazione dei conti così negativa — sembra evidente il motivo per cui non è stato reso pubblico il rendiconto ufficiale dell’esercizio chiuso il 31/12/2021 prima che il Consiglio comunale esprimesse il proprio voto sul pubblico interesse del progetto del nuovo stadio, eludendo le ripetute richieste e ben due interrogazioni dei Consiglieri comunali (Roberta Roberti 11/10/2021; Roberta Roberti e Giuseppe Massari 10/1/2022). Ma ciò che è più grave è che i vertici della Giunta abbiano consapevolmente ignorato quelle richieste.

Krause adesso vuole i fondi europei del PNRR per il suo stadio

Premesso che fino a ora è stato dichiarato che il progetto del nuovo stadio era finanziato interamente dal proponente e che la pubblica amministrazione non avrebbe contribuito (oltre al valore di € 55,6 milioni dell’impianto sportivo a libro cespiti del Comune), lascia sconcertati l’annuncio della nuova proprietà del club — conferenza stampa del 16/3/2022 in Municipio, presenti sindaco Federico Pizzarotti e vicesindaco Marco Bosi — di voler ricorrere ai fondi del PNRR.

Novità che getta ulteriori ombre sulle vicende del nuovo stadio. Da un lato solleva dubbi sulle reali capacità finanziarie del proponente, che ora vuole chiedere fondi pubblici per realizzare il suo stadio privato, dall’altro suggerisce di accantonare un progetto molto controverso e ritenuto di pubblico interesse senza averne i requisiti.

Il nuovo stadio come “cavallo di Troia” per poter mettere mano alla città intorno

Vicesindaco Marco Bosi: La scuola Puccini è un imbuto / un tappo per lo Stadio Tardini

Preoccupazione per la futura sorte del quartiere Cittadella emergono per l’insistenza con cui, nel PEF del progetto del nuovo stadio Tardini, il proponente richiama la possibilità di allargarsi per edificare in aree pubbliche contigue — come sono il plesso scolastico Puccini-Pezzani e il confinante parco Giacomo Ferrari — per una durata fino a 99 anni, senza dover nemmeno richiamare l’equilibrio economico finanziario della concessione ma esclusivamente il “valore dell’intervento”.

Preoccupazione aggravata dalle molteplici dichiarazioni di vari esponenti dell’attuale Giunta comunale — singolare il tempismo di renderle pubbliche tutte prima del deposito in Comune del progetto del nuovo stadio — in favore di un futuro smantellamento del plesso scolastico Puccini-Pezzani che, con il beneplacito di un’amministrazione comunale compiacente, consentirebbe al futuro concessionario dello stadio di edificare nuove cubature commerciali al posto di una scuola essenziale e baricentrica per il suo quartiere o addirittura su suolo che oggi è parco pubblico.

Nessun limite alla speculazione edilizia selvaggia legata agli stadi

Si veda, ad esempio, quanto sta accadendo con il nuovo stadio di San Siro a Milano — dove si vuole cancellare una vasta area adibita a verde pubblico per costruire un enorme complesso edilizio commerciale e direzionale annesso al nuovo stadio — o quanto potrebbe accadere con il nuovo stadio di Tor Vergata a Roma, che è finito addirittura sotto indagine della Procura della Repubblica.

Tutto questo grazie alla cosiddetta “Legge stadi” che, col pretesto di costruire o ristrutturare uno stadio di calcio, apre alla possibilità di aggirare vincoli e tutele in materia urbanistica, paesaggistica e ambientale consegnando nelle mani di investitori spregiudicati uno strumento straordinario per costruire in aree non edificabili e generare profitti immobiliari con speculazioni edilizie selvagge.