Il Parma Calcio non paga i contributi IRPEF entro la scadenza
La segnalazione alla Procura Federale è arrivata dalla Covisoc, la Commissione di Vigilanza sulle società di calcio, nella riunione del 31/3/2023, che ha riscontrato che la società Parma Calcio 1913 S.r.l. non ha versato le ritenute IRPEF relative alla mensilità di febbraio 2023 entro il termine del 16/3/2023.
Il mancato pagamento delle ritenute IRPEF entro la scadenza molto probabilmente comporterà una penalizzazione in termini di classifica.
Visto anche il precedente relativo al Genoa Cricket and Football Club nell’attuale campionato, si possono prevedere le possibili conseguenze per il Parma Calcio, anche se la vicenda del club ligure era legata a un’operazione di ristrutturazione del debito, avviata dal Genoa, che aveva deciso di differire le pendenze fiscali e previdenziali per pagarle attraverso la società che gestisce il marchio del club, ma secondo la FIGC l’operazione aveva comunque causato il mancato rispetto dei termini per i versamenti.
Nel caso del Parma Calcio, per quanto possiamo saperne, non risulta che vi sia in corso un’analoga operazione di ristrutturazione del debito, come invece Reuters suggerisce che stia avvenendo con la Kum & Go (1), il gioiello USA del gruppo Krause.
A questo punto le ipotesi sono due: o il Parma Calcio ha commesso un errore clamoroso, come afferma nel suo comunicato stampa, dimostrando una grave carenza nella gestione amministrativa tributaria, con il CFO dott. Valerio Casagrande come primo responsabile, oppure alla data del 16/3/2023 non aveva abbastanza liquidità per fare fronte alla scadenza.
In entrambi i casi, chi amministra la cosa pubblica, sia a Parma che a Collecchio, prima di consegnare ampie e pregiate porzioni delle rispettive città nelle mani di Krause, dovrebbe farsi fornire adeguate spiegazioni e documentazione in grado di garantire la solidità e la continuità aziendale, anche in considerazione dell’enorme voragine di perdite e debiti in cui versa la società Parma Calcio 1913 S.r.l.

Tenendo bene a mente che, a capo di tutto l’investimento immobiliare nei due comuni di Parma e Collecchio, c’è una microimpresa a responsabilità limitata (con 3 dipendenti) e con soli 10.000 euro di capitale sociale, a sua volta controllata da un’altra microimpresa di diritto USA, senza alcuna apparente attività, Gentile Farms LLC (quindi NON direttamente collegata a Krause Group), appositamente costituita nel 2015, due settimane prima della sua omologa italiana.
C’è anche un’altra notizia di non poco conto: in data 31/3/2023, con uno scarno comunicato stampa, il Parma Calcio 1913 S.r.l. ha annunciato l’uscita del consigliere Itay Levinsky (che aveva assunto l’incarico il 10/12/2021) dal Consiglio di Amministrazione della società, proprio in coincidenza con la fase di approvazione del bilancio dell’esercizio chiuso il 31/12/2022, che annuncia un altro anno di risultati economici disastrosi (oltre € 100 milioni di perdite di esercizio).
Anche su questa vicenda le Amministrazioni comunali di cui sopra dovrebbero porsi le dovute domande e farsi dare adeguate risposte.
(1) L’agenzia di stampa Reuters, in data 14/2/2023, riporta che Krause sta valutando di cedere la società Kum & Go, che rappresenta il core business del gruppo Krause, fondata oltre 60 anni fa dal nonno. Secondo la più autorevole agenzia di stampa mondiale, Krause sta lavorando con la banca d’affari J.P.Morgan Chase & Co. per valutare la vendita di Kum & Go in caso non riesca a portare a termine una onerosa ricapitalizzazione. I primi 10 operatori di minimarket (convenience store) in USA contano 28.336 punti vendita, la Kum & Go della famiglia Krause ne conta 410. Convenience Store News, la maggiore pubblicazione statunitense del settore, riferisce che il mercato dei minimarket in USA, dopo una lunga fase di crescita, sta attraversando un periodo di difficoltà. Il cambiamento radicale dei comportamenti dei consumatori, i costi operativi e logistici che erodono sempre più i margini e la difficoltà a rimanere al passo con la rapida evoluzione delle tecnologie, che richiedono continui investimenti, rappresentano una minaccia crescente per gli operatori del settore, soprattutto per quelli di minori dimensioni.