Come anticipato dall’agenzia di stampa Reuters nel suo articolo del 14/2/2023, che abbiamo pubblicato il 20/2/2023 (Stadio Tardini: la famiglia Krause sta vendendo il proprio core business in USA?), notizia a suo tempo ignorata dai principali organi di informazione di Parma, la famiglia Krause, nella giornata di ieri, ha ufficializzato la stipula di un accordo di cessione delle due principali aziende del proprio gruppo: la catena di minimarket Kum & Go e la società di trasporto carburanti Solar Transport.

Sempre secondo Reuters, la vendita delle due società, che rappresentano la quasi totalità del volume d’affari del gruppo Krause, si sarebbe concretizzata in alternativa a una onerosa operazione di ricapitalizzazione, che evidentemente non è andata a buon fine.

Un drastico ridimensionamento del volume di affari del gruppo Krause che dovrebbe suggerire accurati accertamenti da parte delle amministrazioni comunali di Parma e Collecchio, in procinto di cedere pregiate porzioni pubbliche delle rispettive città a Krause, che hanno finora scientemente ignorato tutti i segnali provenienti dai bilanci del Parma Calcio 1913 (€ 280 milioni di perdite dalla ricostituzione del club nel 2015, di cui € 208 milioni di perdite soltanto negli ultimi 2 anni e 4 mesi).

Non è preciso dovere dei sindaci Michele Guerra e Maristella Galli e delle rispettive amministrazioni di tutelare l’interesse pubblico e, di conseguenza, accertare i reali motivi per cui Krause ha venduto i gioielli della famiglia richiedendo le necessarie garanzie sulla futura continuità aziendale del Parma Calcio 1913 e sulla reale disponibilità finanziaria del magnate americano?

È poi quantomeno singolare che l’amministrazione comunale di Collecchio abbia deciso in tutta fretta di mettere in vendita 3 appezzamenti di proprietà municipale, per un totale di 28.032 metri quadri, che si trovano esattamente ubicati tra il centro sportivo del Parma Calcio 1913 e il centro direzionale ex Parmalat, che l’asta pubblica indetta dal Comune nell’ottobre 2022 sia stata vinta per una fortuita coincidenza dal Parma Calcio 1913 e che qualche mese dopo Krause abbia acquisito anche il limitrofo centro direzionale (non ultimato) della Parmalat.

Così come è altrettanto singolare che l’assessore Marco Bosi, che durante la precedente consiliatura aveva dichiarato che l’intervento di rifacimento dello stadio riguardava esclusivamente le pertinenze dell’area del Tardini, durante la seduta delle Commissioni consiliari del 30/3/2023 abbia affermato a chiare lettere, smentendo sé stesso, che il Comune è intenzionato a concedere a Krause altri “spazi pubblici ed edifici pubblici” del quartiere, contigui con l’area Tardini e “fuori dallo stadio”, per far sì che il futuro concessionario possa ottenere il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario del suo progetto immobiliare.

Quali sono questi “spazi pubblici ed edifici pubblici fuori dallo stadio” di cui parla l’assessore Marco Bosi? piazza Risorgimento? il Petitot? il parco Ferrari? la piscina di via Zarotto? il centro sportivo e ricreativo del Castelletto? il plesso scolastico Puccini-Pezzani? la scuola d’infanzia Fantasia? Si ascolti attentamente il video.

Possibile che in tutto il panorama politico locale l’unico esponente ad avere chiesto conto a Krause della preoccupante situazione economica del Parma Calcio e delle reali motivazioni sottostanti a un progetto di nuovo stadio, sia stata l’onorevole Laura Cavandoli, la quale ha riproposto con notevole ironia la impudica risposta dell’americano in una passata Commissione consiliare (testuali parole): “dato che la sua famiglia è fortunata e benedetta” vuole fare beneficenza e dividere le sue ricchezze con la città di Parma?

Se Krause volesse davvero condividere le sue fortune con la città, dove sono allora i fondi donati per costruire asili, scuole, ospedali, residenze per anziani e altre iniziative benefiche di interesse sociale?

Come è possibile che solo l’esponente della Lega, Laura Cavandoli, abbia trovato ridicola e fuorviante una risposta così surreale da offendere l’intelligenza di chiunque, ma che è bastata a mettere a silenzio tutti rappresentanti politici locali che erano presenti a quella seduta di Commissione?

Quello che a nostro avviso si prepara è una invece una devastante operazione immobiliare, travestita da “iniziativa filantropica”, con il progetto del nuovo stadio Tardini che, grazie alla “Legge stadi”, diventa il “cavallo di Troia” per realizzare profitti edificando cubature commerciali su aree pubbliche, con l’avallo incondizionato di larga parte della politica, della stampa e dei comitati d’affari locali, nonostante 8.241 cittadini abbiano già espresso, attraverso una petizione popolare, il loro fermo parere contrario.