Il Parma Calcio ha reso pubblico il bilancio del 2022: sono € 98 milioni di perdita, che si sommano a € 87,5 milioni di perdita del 2021 e a € 22,1 milioni di perdita nei soli 4 mesi di esercizio del 2020.

In poco più di 2 anni di gestione della squadra, Krause ha letteralmente bruciato € 208 milioni e “al fine di garantire il presupposto della continuità aziendale” si è esposto con € 324,9 milioni tra prestiti e finanziamenti soci.

Sono € 324,9 milioni impiegati per tenere in vita artificialmente (in gergo: “garantire la continuità aziendale”) una squadra di calcio che da 2 campionati milita in Serie B e che, anche in caso di una “miracolosa” promozione in Serie A, non ha credibili prospettive di rientrare dall’investimento, tenuto conto che la Serie A, nel campionato 2021-2022, ha registrato perdite aggregate per circa € 1 miliardo, che sono in media € 50 milioni di perdita per ogni squadra.

Centinaia di milioni letteralmente bruciati, ai quali si vogliono aggiungere almeno altri € 100 milioni per la ricostruzione del nuovo stadio Tardini. Progetto che si annuncia dagli esiti assai incerti perché, come spiega chiaramente nella sua relazione la società di consulenza ingaggiata dal Comune di Parma per valutare il Piano Economico Finanziario della proposta presentata il 21/5/2021, non è in grado di generare i ricavi sufficienti a sostenere la gestione del nuovo stadio e ripagare l’investimento.

E chissà quale sorte (anche dal punto di vista della destinazione urbanistica) attende i 400.000 metri quadri di terreni (in prevalenza rurali) situati a Collecchio, sui quali la proprietà del club sostiene di voler realizzare il nuovo centro sportivo del Parma Calcio.

Ma cosa spinge Krause a investire e a perdere, senza alcuna logica apparente, cifre così spropositate a Parma e provincia?

La risposta l’ha fornita lo stesso Krause durante la seduta delle Commissioni II-IV-VI del 6/4/2021, convocata per presentare in Comune il concept del nuovo stadio. Alla domanda su quali fossero le reali motivazioni che lo spingono a investire a Parma, Krause ha risposto che lo fa, non per profitto, ma per filantropia, perché la sua famiglia è stata benedetta da Dio (si veda il video).

Una risposta paradossale, deprimente, sulla quale purtroppo nessun partecipante a quella seduta, consigliere o membro della giunta, ha avuto da ridire. Nessuno ha messo in dubbio la “mistica” motivazione. Nessuno ha obiettato sulla spudoratezza di quelle parole, che offenderebbero l’intelligenza di chiunque.

Invece, di fronte a tanta proclamata munificenza, si ha l’impressione che l’intera amministrazione comunale si sia trasformata in una novella Danae, pronta a togliersi i veli per accogliere la feconda pioggia d’oro, che stavolta non arriva dall’Olimpo ma dall’Iowa.

Di seguito l’elenco degli esponenti del Comune (quelli individuati nel video) che hanno partecipato a quella seduta: Michele Alinovi, Caterina Bonetti, Marco Bosi, Nadia Buetto, Sandro Maria Campanini, Laura Cavandoli, Luni Colla, Ferdinando De Maria, Stefano Fornari, Lorenzo Ilariuzzi, Daria Jacopozzi, Lorenzo Lavagetto, Alessandro Mallozzi, Giuseppe Massari, Emiliano Occhi, Nicoletta Paci, Federico Pizzarotti, Roberta Roberti, Cristian Salzano, Ines Seletti, Alessandro Tassi Carboni.

A onore del vero, una voce fuori dal coro si è alzata: quella dell’onorevole Laura Cavandoli, che nel Consiglio comunale del 3/4/2023, riferendosi a quella impudica affermazione di Krause e alla preoccupante situazione economica del Parma Calcio, che sta dilapidando centinaia di milioni di euro senza alcuna apparente prospettiva di ritorno economico, ha esplicitamente parlato di risposta emblematica, disarmante e di palese presa in giro (si veda il video).

Nella speranza che altri esponenti della pubblica amministrazione di Parma e Collecchio, sindaci Michele Guerra e Maristella Galli in testa, comincino anche loro, come l’onorevole Laura Cavandoli, a domandarsi seriamente se, prima di mettere importanti e pregiati beni pubblici delle rispettive città nelle mani di un soggetto privato che sta registrando perdite di centinaia di milioni senza alcuna apparente logica, non sia veramente il caso di pretendere reali e adeguate garanzie.

Ecco il riepilogo delle aziende detenute dalla famiglia Krause dopo l’annuncio (Des Moines Register, 21/4/2023) della cessione delle due società Kum & Go (minimarket) e Solar Transport (trasporto carburanti) che rappresentavano la quasi totalità del volume di affari del suo gruppo.

Negli USA, a produrre entrate per la famiglia Krause, rimangono:

  • una società (Krause+) con appartamenti e spazi commerciali sparsi in vari ed eterogenei (per età e stato di conservazione) edifici a Des Moines;
  • due aziende agricole (Teamwork Ranch, Dalla Terra Ranch) con un allevamento di pecore e un habitat per le quaglie;
  • una squadra di calcio amatoriale (Des Moines Menace).

In Italia, oltre al Parma Calcio 1913, Krause possiede due aziende vinicole (Vietti, Enrico Serafino) e un hotel (Casa di Langa).

Per dare un’idea del potenziale economico delle proprietà italiane di Krause: le due aziende vinicole e l’hotel nelle Langhe, sommando i rispettivi risultati di bilancio, nel 2021 hanno registrato (Vietti: utile € 1,1 milioni; Enrico Serafino: utile € 41 mila; Casa di Langa: perdita € 1,715 milioni) nel complesso € 0,573 milioni di perdita.