Con la mancata promozione del Parma Calcio 1913 in Serie A, la previsione è che la società chiuderà l’esercizio 2023 con una perdita di € 100 milioni. Da quando Krause ha preso il timone a settembre 2020, in soli 3 anni e 4 mesi, le perdite complessive saranno in totale circa € 308 milioni.

In termini di valore dell’azienda la situazione non è migliore. Dall’arrivo di Krause, nonostante conferimenti soci e prestiti per complessivi € 306,7 milioni, il Parma Calcio 1913 ha chiuso l’esercizio 2022 con un debito di € 116,8 milioni, a cui vanno aggiunti € 15,5 milioni di passività potenziali (fidejussioni), e con un patrimonio netto di soli € 13,4 milioni.

Con altri € 100 milioni di perdite prevedibili per il 2023, che dovranno essere ripianate per garantire la continuità aziendale, l’impegno finanziario di Krause nel Parma Calcio 1913 alla fine dell’anno salirà a oltre € 400 milioni.

La situazione di pesante squilibrio nei conti del Parma Calcio 1913 era già compromessa prima dell’arrivo di Krause. A prova di ciò, basti pensare che appena 3 mesi e mezzo dopo l’ingresso di Krause nella compagine sociale del Parma Calcio 1913, a mercato calciatori chiuso e senza alcuna operazione straordinaria, la società ha chiuso i conti del 2020 con € 175 milioni di debiti e un patrimonio netto negativo di € -15,5 milioni, ovvero un’esposizione debitoria effettiva di oltre € 190 milioni.

Molti punti poco chiari riguardo al frettoloso arrivo di Krause (era il 18/9/2020) rimangono senza risposta. Uno tra tutti: il bilancio dell’esercizio 1/7/2019-30/6/2020 della società Parma Calcio 1913 non è mai stato reso pubblico e non risulta depositato al Registro delle Imprese.

Le altre società detenute da Krause in Italia non sembrano in grado di generare ricavi, flussi di cassa e utili in grado di compensare il serio squilibrio dei conti del Parma Calcio 1913.

Le due cantine, Vietti ed Enrico Serafino, e l’hotel Casa di Langa, nel bilancio 2021 (l’ultimo disponibile), hanno registrato ricavi complessivi per € 20,4 milioni, cioè il volume di affari di una piccola impresa, con € 0,57 milioni di perdite (Vietti utile € 1,1 milioni, Enrico Serafino utile € 41,5 mila, Casa di Langa perdita € 1,715 milioni).

Negli Stati Uniti, a seguito della cessione di Kum & Go e Solar Transport, che rappresentavano la massima parte del fatturato di Krause Group, rimangono solo alcune attività minori:

  • Krause+, con appartamenti e spazi commerciali distribuiti in vari ed eterogenei (per età e stato di conservazione) edifici a Des Moines;
  • due ranch, Teamwork Ranch e Dalla Terra Ranch, con un allevamento di pecore e un habitat per le quaglie;
  • una squadra di calcio semi-professionale, il Des Moines Menace.

Per quanto è dato sapere, anche negli USA nulla che sia in grado di generare ricavi, flussi di cassa e utili in grado di compensare le pesanti perdite del Parma Calcio 1913, che al momento divora € 100 milioni l’anno.

Sulla base dei dati pubblicamente disponibili, appare evidente che Krause Group, senza Kum & Go e Solar Transport, non è in grado di generare il volume d’affari e i flussi di cassa necessari per fare fronte alle pesanti perdite della squadra di calcio del Parma. Anche se il Parma Calcio 1913 fosse promosso in Serie A, i risultati economici delle 20 squadre che giocano nel massimo campionato italiano rivelano che le società perdono in media € 50 milioni l’anno ciascuna.

Tanto per fare un esempio di una squadra di calcio italiana gestita in maniera più adeguata rispetto alle capacità finanziarie del suo proprietario, possiamo guardare all’U.S. Cremonese. Nelle tre stagioni 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022 l’U.S. Cremonese ha giocato in Serie B e, al termine dell’ultima, si è guadagnata la promozione in Serie A. In quei tre anni ha subito perdite totali di soli € 3,8 milioni. E la U.S. Cremonese è di proprietà della famiglia Arvedi, che possiede le acciaierie Arvedi, un gruppo industriale con € 7,5 miliardi di fatturato annuo, quasi tre volte i ricavi prodotti da Kum & Go e Solar Transport di Krause, le due società di cui è stata recentemente annunciata la cessione.

Degno di nota è anche fare una visita al sito web di Krause Group, magari confrontandolo con quello del gruppo Arvedi. Sul sito di Krause non sono riportati dati economici, non si trova nemmeno l’ombra di report economici o bilanci di esercizio. Si possono trovare solo frasi orecchiabili come “le persone prima di tutto”, “sostenibilità”, “rivitalizzazione”, “crescita positiva” e slogan come “tutti possono vivere più sani e più felici” o “creiamo ambienti per far sentire tutti benvenuti e a casa”.

Va considerato, inoltre, il progetto immobiliare del nuovo stadio Tardini, che rappresenterebbe per Krause almeno altri € 100 milioni di impegno finanziario, in quanto strettamente legato e direttamente dipendente dall’andamento sportivo ed economico della squadra di calcio. Se il Parma Calcio 1913 andasse male anche la maggior parte dei ricavi del nuovo stadio andrebbero perduti.

È anche importante sottolineare che lo stadio Tardini è un bene pubblico, del valore di € 55,6 milioni, di proprietà del Comune di Parma e in caso di fallimento del progetto del nuovo impianto sportivo, i beni realizzati sull’area pubblica locata al concessionario privato verrebbero messi all’asta. Ciò potrebbe comportare il rischio di speculazioni private con potenziali danni alla collettività.

Alla luce di tutto ciò, considerato che il Parma Calcio 1913 divora € 100 milioni di perdite all’anno e nulla è dato sapere sulla reale situazione finanziaria di Krause, che cosa aspettano ancora il Sindaco e la Giunta Comunale di Parma a rivolgere la loro attenzione su questa situazione sempre più incomprensibile e chiedere preventivamente le dovute informazioni e garanzie di solidità finanziaria e continuità aziendale al proponente del progetto immobiliare del nuovo Tardini, rendendole pubbliche per dovere di trasparenza?

Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale hanno lo specifico dovere e la responsabilità di tutelare il bene e l’interesse pubblico e devono dimostrare una condotta diligente e responsabile nell’affrontare la questione, valutando attentamente i rischi e prevenendo i possibili danni connessi a un eventuale fallimento del Parma Calcio 1913 e/o del progetto immobiliare del nuovo stadio.