Lo stadio come prima pedina di un affare immobiliare senza precedenti in uno dei più pregiati quartieri di Parma a due passi dal centro storico
La “Legge stadi” prevede che il soggetto privato che propone “al Comune o al diverso ente pubblico interessato” la realizzazione o l’ammodernamento di uno stadio, oltre all’impianto sportivo, possa edificare “immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, che siano complementari o funzionali ai fini del raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell’iniziativa” avvalendosi anche della “cessione del diritto di superficie o del diritto di usufrutto di altri immobili di proprietà della pubblica amministrazione, nonché il trasferimento della proprietà degli stessi” purché essi siano “compresi in aree contigue all’intervento di costruzione o di ristrutturazione dell’impianto sportivo”.
È sufficiente quindi che la proposta progettuale del nuovo stadio dimostri che gli altri insediamenti edilizi concepiti per scopi commerciali sono “compresi in aree contigue all’intervento di costruzione o di ristrutturazione dell’impianto sportivo (che sono) di proprietà dell’ente pubblico interessato” e sono “funzionali al raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario” e il gioco è fatto.
Una legge dissennata, criminogena e con evidenti profili di incostituzionalità che, col pretesto dello stadio, regala a società private la possibilità di fare profitti realizzando su suolo pubblico nuovi insediamenti edilizi destinati a negozi, uffici, alberghi, ristoranti, bar, parcheggi e quant’altro aggirando gran parte dei vincoli urbanistici, delle tutele e delle procedure amministrative normalmente applicate a chiunque altro.
Con in mente questi brevi ma cruciali passaggi del testo di legge, le dichiarazioni dell’assessore Marco Bosi alla seduta delle Commissioni Consiliari I-VII del 30/3/2023 indicano chiaramente che l’amministrazione guidata dal sindaco Michele Guerra intende mettere a disposizione del Parma Calcio 1913 non solo l’area Tardini, ma anche “diversi spazi pubblici ed edifici pubblici” non pertinenti all’impianto sportivo.
“ci saranno degli interventi e degli investimenti privati del Parma Calcio, ma a impatto pubblico, sul quartiere… fuori dallo stadio”
“loro (il Parma Calcio, n.d.r.) hanno detto: non ci sentiamo confinati lì dentro (nell’area Tardini, n.d.r.) vorremmo esplicitarli anche con investimenti fuori”
“stiamo discutendo in Giunta su quali ambiti intervenire, lì ci sono diversi spazi pubblici ed edifici pubblici”
Marco Bosi, Commissioni I-VII, 30/3/2023
Ma quali sono questi “spazi pubblici ed edifici pubblici” che l’assessore Marco Bosi si guarda bene di specificare? Ecco un breve elenco di quelli che, secondo la “Leggi stadi”, sono “compresi in aree contigue all’intervento di costruzione o di ristrutturazione dell’impianto sportivo”:
- piazza Risorgimento
- il casinetto del Petitot
- il plesso scolastico Puccini-Pezzani
- la scuola d’infanzia Fantasia
- il parco Giacomo Ferrari
- il circolo ricreativo Castelletto
- la piscina di via Zarotto
Quindi, anche il parco Giacomo Ferrari (ex Piazza d’Armi Castelletto), una superficie di 109.560 metri quadri a prato e seminativo irriguo situata a due passi dal centro storico, che fino al 2017 era di proprietà del Demanio, ora è passato nelle mani del Comune e, grazie alla provvidenziale “Legge stadi”, può essere messo a disposizione, mediante “cessione del diritto di superficie o del diritto di usufrutto” o “trasferimento della proprietà”, a favore del soggetto privato che proporrà il progetto del nuovo stadio Tardini.
Tutto questo grazie al fatto che la Giunta, con l’assessore Michele Alinovi in prima linea, nel Piano strutturale comunale del 2017, in funzione di un ventilato “ammodernamento” dello stadio Tardini, si era fatta promotrice della sua acquisizione nell’ambito del progetto di trasformazione del quartiere Cittadella, passato sotto il nome di “Parco dello Sport”, che comprendeva fra i vari beni pubblici interessati l’intero parco Ferrari.
E infatti, nella seduta del 11/9/2017, il Consiglio comunale delibera all’unanimità, maggioranza e opposizioni concordi senza eccezioni, il trasferimento della proprietà del parco Ferrari al Comune.
Degna di nota la compattezza nel voto dei Consiglieri. Nonostante la chiara intenzione, emergente dal Piano strutturale comunale, di intervenire sul parco in funzione dello stadio, non è stata mossa alcuna obiezione, non è stato posto alcun vincolo preventivo di inedificabilità e di mantenimento della destinazione dell’intera superficie a parco pubblico.
Con quel voto unanime, grazie alla già allora vigente “Legge stadi”, si è spalancata la possibilità di mettere l’intero parco Ferrari a disposizione del Parma Calcio 1913 per edificare qualunque genere di insediamento edilizio commerciale, direzionale o turistico-ricettivo semplicemente dichiarandolo “funzionale ai fini del raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario” del progetto del nuovo stadio.
Di seguito l’elenco dei Consiglieri che hanno partecipato a quella votazione bulgara:
- Bruno Agnetti, Roberto Bozzani, Nadia Buetto, Sandro Maria Campanini, Maurizio Campari, Laura Cavandoli, Ferdinando De Maria, Pier Paolo Eramo, Marco Maria Freddi, Davide Graziani, Lorenzo Ilariuzzi, Daria Jacopozzi, Lorenzo Lavagetto, Alessandro Mallozzi, Carlotta Marù, Roberto Massari, Emiliano Occhi, Fabrizio Pezzuto, Oronzo Pinto, Sebastiano Pizzigalli, Elisabetta Quaranta, Paola Francesca Ranieri, Roberta Roberti, Valeria Ronchini, Cristian Salzano, Paolo Scarpa, Roberto Schiaretti, Leonardo Spadi, Alessandro Tassi Carboni
Già nel 2017 esisteva quindi l’evidente proposito di realizzare il progetto immobiliare privato del nuovo stadio di calcio, con interventi che avrebbero inciso sul quartiere Cittadella anche fuori dall’area Tardini — come dimostra il primo progetto presentato in Comune il 9/9/2020, a cura dei soci parmensi di Nuovo Inizio, che prevedeva l’abbattimento del plesso scolastico Puccini-Pezzani per fare spazio al nuovo stadio (1) — e su questo si sono adoperate, in piena continuità, le amministrazioni comunali dei sindaci Federico Pizzarotti e Michele Guerra.
Quello del nuovo stadio si prospetta come un affare immobiliare senza precedenti, realizzabile in uno dei più pregiati quartieri residenziali di Parma, a due passi dal centro storico, dove il valore commerciale e locativo dei fabbricati è più alto e può quindi assicurare maggiori profitti, e con la possibilità di comprendere un’area di ben 109.560 metri quadri a parco che, grazie alla “Legge stadi” e alla “provvidenziale” acquisizione da parte dell’amministrazione comunale, è diventata tutta potenzialmente edificabile.