Se negli USA Krause da oltre 19 anni (2004) sta faticando per trovare le sponde politiche e i finanziamenti per costruire il suo soccer stadium a Des Moines, a Parma e provincia non sembra incontrare le stesse difficoltà, almeno per quanto riguarda le dichiarazioni d’intenti e il sostegno “a parole”. Infatti non bastavano i politici del capoluogo a professarsi favorevoli senza eccezioni all’operazione immobiliare del nuovo Tardini, adesso arrivano i rinforzi anche dalla provincia.

Al sostegno bulgaro della giunta Guerra-PD e dell’intero Consiglio comunale di Parma al progetto del nuovo stadio, ecco unirsi alcuni sindaci della provincia che si candidano spontaneamente a ospitare nel loro Comune lo stadio temporaneo per permettere alla squadra del Parma di giocare vicino a “casa” durante l’eventuale rifacimento del Tardini.

Il talent show dei sindaci della provincia

Ecco i primi cittadini che si sono offerti di accogliere lo stadio a perdere del Parma nel loro Comune, senza nemmeno prendersi la briga di chiedere prima ai loro concittadini se sono d’accordo.

Nicola Cesari

Sorbolo Mezzani

12.929 abitanti

Fabio Fecci

Noceto

13.115 abitanti

Daniele Friggeri

Montechiarugolo

11.154 abitanti

Andrea Massari

Fidenza

26.981 abitanti

Tutti pronti a magnificare i “mirabolanti” benefici che comporta ospitare uno stadio a tempo determinato, per almeno 2 o 3 anni, ma molto più probabilmente saranno 4 o 5, per le loro comunità.

Tutti disposti a prospettare chissà quali vantaggi economici comporti accogliere migliaia di festanti tifosi che, oltre ad assistere allo spettacolo sportivo, troveranno il tempo per consumare cibi e bevande in grande quantità e acquistare quintali di salumi, formaggi e altri prodotti locali e ritorneranno disciplinati e soddisfatti nelle loro città, con auto e pullman carichi di culatelli, prosciutti, strolghini, intere forme di parmigiano reggiano e chissà quali altre prelibatezze agroalimentari del parmense, facendo la gioia di albergatori, ristoratori, baristi, commercianti e artigiani locali.

Cosa vuol dire mettersi in casa uno stadio di calcio da massima serie nazionale

Peccato che qualunque visione idilliaca prospettata da questi “volonterosi” primi cittadini si scontri con la dura realtà. Basta un rapido sondaggio a Parma, tra i residenti e gli esercenti del quartiere Cittadella e dintorni, per comprendere quanto vivere o lavorare nelle vicinanze di uno stadio di calcio da massima serie nazionale comporti molti più problemi e fastidi che benefici.

Ecco un breve elenco di cosa accade a Parma nelle giornate di partita, che si devono aspettare di vedere replicato per diversi anni nel “fortunato” Comune che ospiterà lo stadio temporaneo:

  • A Parma viene blindato un intero quartiere per tutta la giornata della partita. Vengono schierate fino a 400 unità della Polizia di Stato e dei Carabinieri, coi relativi mezzi, a cui si aggiungono molti agenti della Polizia Municipale.
  • Per motivi di sicurezza e ordine pubblico le strade vengono chiuse al traffico con transenne e grate (per impedire anche il passaggio dei pedoni) e vengono sgombrate dai veicoli in sosta.
  • Chi ha parcheggiato l’auto nelle zone interessate dal blocco o nei parcheggi scambiatori adibiti ai veicoli dei tifosi, dovrà metterla altrove, pena la rimozione forzata e una pesante multa.
  • La città intorno alla zona chiusa alla circolazione rimane di riflesso congestionata per ore e ore, con lunghe colonne di veicoli fermi, automobilisti imbestialiti e concerti di clacson.
  • Cortili, aiuole, giardini e parchi si trasformano in orinatoi a cielo aperto.
  • Marciapiedi e prati diventano parcheggi improvvisati nel caos più totale.
  • Le strade vengono ricoperte da bottiglie, lattine, vetri rotti e immondizie varie.
  • Tutta l’area urbana intorno allo stadio e lungo le vie di passaggio dei tifosi diventa il teatro di scontri tra gruppi di ultras e oggetto di atti vandalici contro le proprietà pubbliche e private, tra lanci di sassi e di bottiglie, auto danneggiate, finestre rotte, cancelli divelti, fioriere rovesciate, bar e negozi assaltati, scuole e asili devastati.
  • I residenti vengono “cullati” per ore e ore dal suono delle sirene della polizia, dalle urla e dai cori dei tifosi, dagli annunci a tutto volume degli altoparlanti dello stadio e dal rumore battente degli elicotteri adibiti al controllo dell’area.
  • Viene istituito il divieto di somministrazione e vendita degli alcolici.
  • La maggior parte dei commercianti si è rassegnata ad abbassare le saracinesche come soluzione di minore danno possibile.

Se in una città di 200 mila abitanti, come Parma, i problemi e i disagi riguardano i quartieri più vicini allo stadio, nel caso di un paese come Sorbolo, o Mezzani, o Noceto, o Montechiarugolo, sarebbe l’intero Comune con i suoi dintorni a subirne le conseguenze. In questo caso aggravate dalla maggiore fragilità del territorio di provincia, del tutto inadatto a reggere lo stress generato da una così elevata concentrazione di veicoli e di persone, con migliaia di auto e pullman che vagano in balia del navigatore, forze dell’ordine che si adoperano tra strade di campagna e coltivazioni agricole per contenere il traffico congestionato e le moltitudini di tifosi, e rumorosi elicotteri che svolazzano per ore e ore sulla testa dei malcapitati residenti.

Perché è così importante ospitare lo stadio temporaneo?

Cosa spinge quindi i sindaci della provincia a sconvolgere per diversi anni la vivibilità dei luoghi che amministrano, per portarsi in casa uno stadio di calcio a perdere così problematico e deturpante?

La risposta potrebbe essere: per ottenere consenso! Ma non, come qualcuno potrebbe ingenuamente pensare, il consenso dei tifosi, perché nella migliore delle ipotesi quelli che frequentano abitualmente lo stadio sono meno del 5% dell’elettorato. Molto più importante è il consenso dei salotti buoni, dove si concretizzano i giochi di potere di Parma e della provincia, che hanno il controllo della (quasi) totalità dell’informazione e si possono permettere di dettare le agende delle amministrazioni locali.

Non è infatti una coincidenza che siano tutti Comuni che quest’anno vanno al voto per eleggere il sindaco e gli organi amministrativi. Quindi sono tutti sindaci e forze politiche che hanno bisogno dell’appoggio dei gruppi di potere che indirizzano gli interessi locali e attraverso la stampa controllano (o sperano di controllare) l’opinione pubblica.

Come si è visto fino a oggi a Parma, nessuno tra maggioranza e opposizioni osa avversare il progetto immobiliare del nuovo Tardini e tutto ciò che vi ruota intorno, perché significherebbe mettersi contro gli stessi gruppi di potere che vegliano da dietro le quinte sulla buona riuscita dell’operazione.

La singolare assenza di Collecchio dalla corsa allo stadio provvisorio

Paradossalmente, uno dei Comuni che non ha manifestato interesse a ospitare lo stadio temporaneo è quello di Collecchio (14.556 abitanti) con sindaco in carica Maristella Galli.

Collecchio, che sarebbe la soluzione “apparentemente” più logica, vista la presenza del “Mutti Training Center”, il recente acquisto di 254.000 metri quadri di terreni agricoli contigui al centro sportivo da parte del Parma Calcio 1913 e l’acquisizione dell’ex Centro Direzionale Parmalat da parte di una società appositamente costituita (che non fa capo a nessuna delle società italiane o statunitensi di Krause), viene invece scartata adducendo “problemi di viabilità”. Al contrario sono promossi a pieni voti Sorbolo, Mezzani, Montechiarugolo e Noceto, che di problemi ne avrebbero altrettanti, se non peggiori.

Secondo la politica e la stampa locale, via Spezia non sarebbe in grado di reggere il flusso di traffico straordinario nelle giornate dei match. A quanto pare via Spezia no, ma via Traversetolo, via Mantova, via Burla, la SS357 via Emilia-Fornovo e altre strade della provincia sì. Piuttosto singolare. Forse perché nella mappa del risiko immobiliare legato allo stadio e al club di calcio, Collecchio, come Parma, è territorio già “occupato”, mentre invece gli altri Comuni sono ancora “terra di conquista”?

Politici locali, tifosi, giornalisti, opinionisti, blogger… tutti si improvvisano “agenti immobiliari”

A quanto pare, gli interessi che ruotano intorno al progetto immobiliare del nuovo Tardini, all’espansione del centro sportivo di Collecchio e ora anche allo stadio temporaneo in provincia, hanno trasformato politici locali, tifosi, giornalisti, opinionisti e blogger in novelli “agenti immobiliari”, tutti in prima fila a promuovere le mire espansionistiche del club di calcio e del progetto dello stadio. Tutti pronti a dare il loro appoggio e sostegno.

Viene da chiedersi se tutti questi personaggi che sono saltati prontamente sul carro del Tardini sono disposti a mettere in gioco la propria credibilità, il loro futuro politico e la carriera scommettendo al buio sulla (presunta) solidità finanziaria e generosa filantropia del “miliardario” d’oltreoceano, disposto a bruciare 600-700 milioni di patrimonio personale senza apparente possibilità di rientro, o piuttosto hanno ricevuto rassicurazioni da parte di chi a Parma ha radici più “nostrane” e durevoli e disegni che traguardano più a lungo termine. Questione di narrazione?